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V.

ELDORADO.

Riccardo Joanna stese la mano, al cui dito mignolo scintillava un grosso brillante e toccò un bottone del campanello elettrico, sulla sua scrivania. Un usciere, in livrea azzurra cupa filettata di bianco, si presentò, camminando delicatamente sul tappeto.

“Il bollettino,” disse Riccardo, senza alzare il capo da certe carte che leggeva.

Dopo un minuto, l’usciere ritornò, portando sopra un piatto di argento un foglio di carta, una lettera e un biglietto da visita. Senza curiosità, Joanna non aprì la lettera, lesse distrattamente il biglietto.

“Dite al signor Cimaglia che aspetti.”

La porta, foderata di velluto bigio, si richiuse discretamente: Joanna meditava sul bollettino del giorno prima. La provincia aveva comperato cinquantaduemila copie del Tempo: gli abbonati erano sedicimila; la vendita in Roma era di trentunmila ottocento ottanta copie. Totale: novantanovemila ottocento ottanta