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il quarto d’ora di rabelais. 261

Joanna a quest’ultimo, “è un buon articolo: lo metterai domani, se vengono le altre cartelle. Non scordarti di mandargli i denari, a Brancacci, o di telegrafargli, domani.”

“Che articolo è?” domandò Stresa.

“Un articolo sul Lohengrin,” disse Joanna.

“E quando, mio Dio, non si scriveranno più articoli sul Lohengrin e in favore di Depretis? Quando potrò avere la suprema consolazione di veder fischiati Wagner e Depretis, questi due immortali, questi due grandi impostori?” gridò Bagatti.

La porta a vetri si spalancò di nuovo, e si richiuse con fracasso.

“Chi è?” domandò Malgagno.

“Ciao, cane!” disse Bagatti.

“Buona sera, porci!” rispose Bertarelli entrando, con le mani nelle maniche come un frate, col collo e la barba irsuta nascosti nelle spalle, con gli occhiali scintillanti alla luce del gas. E andò a sedere vicino a Stresa.

“Sapete che si dice per Roma?” disse quell’uomo funebre, che aveva il pettegolezzo malinconico e la malignità iettatoria.

“Che cosa?” domandò Joanna.

“Si dice che dentro la settimana L’Uomo che ride muore, e tu ti ammazzi.”

Ci fu un silenzio glaciale, per un minuto.