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il quarto d’ora di rabelais. 255


“Vedrete che si rassegnerà.”

Allora Bagatti, furioso, balzò su, rosso in viso, violento, feroce, e con una retorica dirompente, con un’enfasi scatenata, con una voce scoppiante caricò d’insulti la società, rinfacciandole la sua vigliaccheria, la guerra settaria e camorristica che aveva fatto a Joanna, la congiura del silenzio, la lega dei rivenditori, chiamandoli tutti coccodrilli, fra gli urli di quelli.

Frati lo venne a salvare, lo fece chiamare per l’usciere, lo trasse via, ancora ribollente, ancora spumante d’indignazione, tutto agitato di collera e di terrore, per Joanna.

“Che c’è di nuovo?”

“Nulla, per ora: Riccardo pare tranquillo, ha delle buone idee, vuol partire per l’Alta Italia; ma bisogna sorvegliarlo.”

Roma entrava sempre più nella notte lacrimevole, sempre più fredda, sempre più buia, sempre più solitaria. Gli uomini si ritraevano addentro, addentro, nelle case calde, nei letti caldi, come per fuggire dai miseri che avevano bisogno d’aiuto, come per non vedere quelli che dovevano necessariamente perire.

“La Duse mi ha raccomandato di stare attento a Joanna, di non abbandonarlo,” disse Paolo Stresa, raggiungendo gli amici che lo