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250 il quarto d’ora di rabelais.

il giornale colava a picco, mi son bruciato le cervella sul ponte di comando. A quelli che mi hanno seguito con amore nel combattimento, mando l’ultimo saluto: agli altri offro l’olocausto della mia vita. Così ne fossero contenti! Per parte mia, rompo la mia gioventù, la mia forza, le mie speranze, lietamente. La stampa, come tutti gli stromenti della civiltà, vuole le sue vittime umane. Io mi getto con gioia, con fede, con entusiasmo, nelle fauci del mostro. Un giornalista cade sulla breccia: Evviva il giornalismo! — Riccardo Joanna.”

Joanna scrisse il suo ultimo articolo tutto d’un fiato, con impeto, con passione, come ai bei tempi antichi, lo rilesse tre o quattro volte delibandolo, pregustando con raffinatezza feroce la profonda impressione che avrebbe fatto il giorno seguente. — Ecco il più bell’articolo della mia vita, — pensò. — Lo riporteranno tutti i giornali: Wood lo telegraferà al Times — e, con la compiacenza con cui Carlo V doveva contemplare il suo funerale, prese una matita rossa, e scrisse in cima al foglietto: Primo articolo. C. 12 (corpo dodici).

Fumò lungamente, guardando il fumo, pensando con tanta intensità, che la percezione delle sue idee gli sfuggiva, sentendo però in tutto il corpo un accrescimento formidabile di