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236 il quarto d’ora di rabelais.

dalla vendita in Roma, e dalla vendita in provincia. Noi abbiamo pochi abbonati, perchè l’abbonamento è una cosa lunga, lenta.”

“Quanti?” domandò il senatore.

“Circa quattrocento.”

“Che pagano?”

“Venti lire all’anno.”

“Ottomila lire,” calcolò il senatore. “E la vendita?”

“A Roma diamo il giornale ai rivenditori per tre centesimi, se ne vende da settanta ad ottanta dozzine, sono da venticinque a ventinove lire al giorno, da settecentocinquanta a ottocentosettanta lire al mese.”

“Mettiamo novemila lire l’anno,” calcolò ancora il senatore.

“In provincia invece il giornale si dà ai rivenditori per sei centesimi, se ne vende un migliaio al giorno, abbiamo sessanta lire al giorno e....”

“Quasi ventiduemila lire l’anno,” concluse il senatore. “E la quarta pagina?”

“La quarta pagina per quest’anno non ci dà quasi nulla, perchè non ci conveniva di fare un contratto sulla base di quattromila copie, e perchè a farlo per conto proprio ci vorrebbe un’amministrazione speciale.”

“Dunque,” disse il senatore, “voi spendete