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il quarto d’ora di rabelais. 233

una sola grande maggioranza dei conservatori più vivaci e dei progressisti più sensati. L’Uomo che ride sarebbe l’organo di questo nuovo partito, avrebbe trovato i fondi, si venderebbe a cinquantamila copie.”

“E voi fondate un’impresa commerciale sopra un sogno che può esser distrutto da una febbre malarica.”

“Senza simili sogni non vi sarebbero nè giornali, nè banche, nè società ferroviarie.”

“E i vostri azionisti? Mi diceste tempo fa che avevate settantamila lire sottoscritte. Sono già consumate?”

Joanna fu fermato nel suo impeto da questa osservazione che lo richiamava alla realtà, che lo puniva con un sol colpo del suo terribile vizio di considerare i suoi sogni come fatti compiuti, i suoi desiderii come conseguiti, le sue illusioni come verità. Balbettò, rispondendo una bugia:

“Hanno sottoscritto, ma non hanno pagato.”

“Come non hanno pagato?” disse il senatore con un risolino incredulo, e riacquistando la sua tranquillità; “non avevate costituita una società anonima? Gli azionisti non si sono riuniti? Non hanno formato un consiglio di amministrazione, non hanno nominato un amministratore, non hanno versato le quote sta-