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218 il quarto d’ora di rabelais.

Messaggiero di Trinitapoli,” e diede una scorsa a cinque o sei cartoline; ancora un rivenditore che chiedeva una nuova riduzione di spedizione, Carlo Erba di Milano che ordinava si cessassero le inserzioni dei suoi avvisi, il rivenditore di Bologna che pregava di passare all’Amministrazione del Fanfulla le 32 lire spedite per errore tre giorni innanzi. Infine, nell’ultima lettera, un consigliere della Cassazione di Firenze accludeva sei francobolli da dieci centesimi per sei arretrati, avendo smarrito sei appendici del romanzo di Ettore Malot, in corso di stampa.

Joanna chiuse nel cassetto la posta, si pose in tasca il telegramma di Brancacci, e andò a cercare il suo cappello, lasciando sul tavolino i francobolli del consigliere di Cassazione.

“Se viene qualcuno a cercarmi, gli dirai che sono in tipografia; torno subito,” lasciò detto al gerente.

La strada ardente di lumi lo accolse con una ventata sciroccale piena di pioggia, che pareva il pianto pieno di lagrime d’un ragazzo, Riccardo si fermò un momento, pensando se dovesse andare su a prendersi l’ombrello di Bagatti o se dovesse montare in una botte; poi s’avviò a piedi per Piazza del Pantheon alla tipografia. Davanti alla stamperia l’acqua