Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/181


i capelli di sansone. 171

chiesa. Riccardo, non soddisfatto di quello che le aveva detto, rabbioso contro sè stesso e contro tutte le femmine, non la seguì neppure, la lasciò allontanare, mandando alla malora le beghine e la musica e l’amore. Uscì dopo; la vista della sua carrozza che lo aspettava lo fece trasalire di nuovo, come se una trafittura, per poco calmata, ricominciasse a trapassargli l’anima.

“Dove andiamo?” chiese il cocchiere.

“Andiamo.... al Corso, va piano, che non c’è premura.”

E morsicchiando il suo sigaro avana, al mezzo trotto del cavalluccio, Riccardo si domandava, ostinatamente, come avrebbe fatto a pagare quel cocchiere; erano le cinque, forse, doveva dargli tre ore e mezzo, almeno sette lire, doveva trovare sette lire fra tre minuti, per darle a quell’odioso cocchiere, che gli pesava sullo stomaco come un incubo. Per Via Borgo, lungo il Tevere, per Ponte Sant’Angelo, Joanna si guardava attorno vagamente, con una curiosità disperata, come se dovesse trovare nelle insegne delle botteghe, nelle vetrine, nelle acque sacre del fiume, nelle statue brune, le sette lire per pagare il suo cocchiere, il suo feroce nemico che non lo abbandonava. Oramai l’offesa al suo orgoglio di uomo che gli aveva fatto subire donna Caterina Spinola si affievo-