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8 piccolo.

faccia al padre, preso da una grande ansietà, muto, angosciato: Marianna voltava la testa in là, per non vedere questa scena silenziosa. E la gentilezza, la intelligenza del piccolo Riccardo erano tali che commovevano anche donna Caterina: era un bimbo senza madre, quello, ed ella era una donna senza figliuoli.

“Vuoi pranzare con noi, Riccardo?” gli disse, quando le alici cominciarono a saltare nell’olio della padella.

“Grazie, signora,” rispose il piccolino, “ho fatto colazione e pranzo con papà mio, questa sera, alla trattoria.”

E se ne andò in camera sua, dove restò solo solo, di nuovo, a giocare con una scatola di soldatini scompagnati. Ora Marianna aveva piegato i giornali trovati sul letto e in terra e li aveva uniti ad altri sparsi, a fasci, ammonticchiati sul canterano, sul tavolino da notte, sopra un seggiolone di cuoio nero dove nessuno sedeva: ogni tanto, quando eran troppi, Marianna li vendeva al pizzicagnolo, a cinque soldi il chilo, quando non erano tagliati, e con quei soldi pagava la stiratrice che insaldava i grandi colletti di Riccardo, o gli lavorava dei manichini di lana rossa, per l’inverno. Alle due ella entrò in camera, per condurlo all’ufficio del giornale, da suo padre: aveva lasciato