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pre visto il gran portone, il portone del monastero, sbarrato. Ora è spalancato; un androne alto, profondo, oscuro, nero, si scorge. La clausura è infranta, da due ore: e le monache, ad una ad una, lentamente, escono da quel recinto, dove credevano di essersi sepolte vive, in onore e gloria della Croce di Cristo.

Sul Corso Vittorio Emanuele vi è già folla che, avvertita del caso singolarissimo, attende: pian piano la folla è ascesa verso la prima rampa, è ancora salita più su, più su, per la viottola, per la seconda rampa, fin quasi alla porta grande, spalancata. È una folla di popolani, di popolane, di operai, di piccoli borghesi, di sartine, di fanciulli: una folla muta, paziente sul principio e un po’ stupita, anche: una folla tenera, triste, sarcastica, pietosa, curiosa, burlona, animata da sentimenti diversi, tutti rudimentali. Curio-