Pagina:Serao - Suor Giovanna della Croce.djvu/90


— 66 —

L’ultima rampa, quella che mena direttamente alla grande porta del convento, è sempre deserta: ha l’aria claustrale, triste, fredda. Sulla porta piccola delle Trentatre, dove entrano a deporre i cibi, nelle mani delle converse fuori clausura, i pochi fornitori, è una croce nera, di ferro: di dietro le mura, più basse, di questo lato, non colpito dalla clausura, si vedono gli alberi di un orto. Di fronte, il gran portone sbarrato non ha nessun segno religioso. Da quel portone sono entrate, per l’ultima volta, le monache, ad una ad una, senza più uscirne; quel portone, in trenta o quarant’anni, non si è aperto se non due o tre volte innanzi al cardinale e due volte innanzi al confessore delle monache, don Ferdinando de Angelis. Chiunque è salito, lassù, per curiosità, per distrazione, per bussare al piccolo portone delle Trentatre, ha sem-