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zata, davanti al magistrato, i nostri diritti.

Il prefetto si voltò verso il suo consigliere di prefettura, dandogli uno sguardo sarcastico: costui, correttissimo, sorrise anche lui, con una punta di commiserazione. Ambedue si strinsero lievemente nelle spalle. La povera suor Teresa di Gesù aveva ripetuto la formula di protesta, che Sua Eminenza le aveva mandata, in iscritto, per mezzo di don Ferdinando de Angelis: ma ne sentiva la inefficacia, la inanità, dinanzi a quegli uomini che avevano violato la perpetua clausura di quelle porte, come se entrassero in un caffè. E udiva, alle sue spalle, ai suoi lati, il forte anelare di quelle monache, il loro tremor forte che scuoteva la sua seggiola, e sentiva che quella era l’ora più affannosa e più dura della sua vita, vecchia come era, debole, senza di-