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fatta, si era seduta sull’unica sedia, le braccia prosciolte; qualcuna vagava intorno, con attitudine smarrita, toccando e baciando gli oggetti.

Quando, a un tratto, un passo rapidissimo attraversò il lungo corridoio: era Giuditta, la conversa, portinaia, che fuggiva verso la grande stanza della badessa, gridando affannosamente:

— È spezzata la clausura, è spezzata la clausura! Vi sono quelli del Governo!

Come una grande raffica di vento passò lungo le celle aperte, come il rombo di un temporale si diffuse per suor Orsola Benincasa. In preda a una paura folle, invincibile, dimenticando l’età, la debolezza, le monache uscirono, correndo dalle loro celle, passarono, correndo, anche le più tarde, anche le più vecchie, anche le più acciaccate, per il corridoio, entrarono, correndo, dalla badessa, rifugian-