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sua frase una portata sentimentale assai più profonda di quello che non avesse; ma niuno poteva udire quella voce, senza scuotersi. Ella si era curvata, adesso, verso una donna cinquantenne, dal viso freddo e ostile, che divorava con rapidità gli avanzi della sua grossa fetta di timballo.
— Siete contenta, è vero, buona donna, della vostra Pasqua? — chiese la giovine signora, con un tono di bontà.
La mendica levò gli occhi, li riabbassò subito e a voce bassa, breve, come mortificata di quella richiesta, rispose:
— Sì, Eccellenza.
L’altra restò alquanto interdetta da quella secchezza di povera orgogliosa. Fece qualche altro passo, sempre dalla parte esterna della mensa, da cui, ora, i camerieri andavano sparecchiando i piatti vuoti del timballo, che i poveri