aveva preso il tovagliolo e lo aveva spiegato.
Ebbene, in tutti quei poveri, a capo basso, a occhi bassi, insieme
all’imbarazzo, alla confusione, di trovarsi in quell’ambiente, fra
quelle persone, oggetto di curiosità e non di tutta curiosità benigna,
oggetto di pietà e non di tutta pietà sincera, oggetto forse, senza
forse, di ripugnanza e di ribrezzo: ebbene, in tutti quei miseri ignoti,
affamati, luridi, fra tante espressioni serie, una sola risaltava,
invincibile: la umiliazione, la umiliazione umana, la umiliazione
dell’uomo avanti l’altro uomo, a lui simile, fatto simile da Dio e
gittato all’estremo posto della vita dalla nascita, dalla fortuna, dalla
sfortuna, dall’errore, dal dolore, dal vizio: la umiliazione di trecento
creature umane, fatte di carne e di ossa, con cuore e con coscienza, con
sensazioni, impressioni e sentimenti; la umiliazione di trecento crea-