senz’alcun lusso, ma con decenza: tovaglia e tovagliolo bianchissimi:
bicchiere di vetro, ma nitido: cucchiaio e forchetta di stagno,
nuovissimi, quindi luccicanti come se fossero di argento; coltello col
manico di osso nero. Una grossa fetta di pane bianco e fresco era
accanto a ogni coperto: una bottiglia di vetro, di poco meno d’un litro,
piena di un vinello rosso chiaro, fiancheggiava anche ogni coperto. Alle
spalle delle tavole imbandite, vi erano altre tavole, semplicemente
coperte di tovaglie candide, ove i camerieri doveano dividere le
vivande, tagliare altre fette di pane. L’aspetto delle mense, così, era
semplice, non mancante di una certa gentilezza. Ma il vasto salone aveva
sempre l’aria sua solita, di deserto agghiacciante e triste, malgrado le
quattrocento persone, circa, che vi si agitavano dentro.