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erano scalze addirittura, venute dalla più nera miseria, dai sobborghi estremi della città, che confinano con la campagna; molte portavano gli zoccoli di legno, in uso ne’ quartieri popolarissimi e poverissimi napoletani; molte, i così detti pianelli, di grossolano cuoio, senza calcagno; altre avevano delle scarpe da uomo, con chiodi grossi.

In quanto agli uomini, ai poveri, ai mendicanti, la repugnanza che ispiravano le loro vesti, era anche più grande. Pantaloni macchiati orribilmente, cento volte rattoppati, tenuti su con lo spago, troppo larghi per chi li portava o troppo corti, lasciando vedere delle ignobili calzature, dei piedi calzati da scarpe rotte e senza calzette; gabbani da neri diventati verdi, da verdi diventati gialli, senza bottoni, senza mostre, senza orlature; camicie — qualcuno la mostrava, solo qualcuno —