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di melma, sporcati addosso di notte, su giacigli ignoti, sporcati di notte, forse, nelle notti ove quella gente dorme all’aria aperta, accoccolata sui gradini di una chiesa, accoccolata sugli spiragli di una cucina, di un sotterraneo. Alla luce del sole, alla chiarissima luce primaverile, quelle vesti che erano dei cenci, mostravano tutto l’orrore della lunga povertà, della lunga incuria, della crescente degenerazione: dicevano non solo la miseria, ma l’abbandono; dicevano non solo l’abbandono, ma l’oblio di ogni decenza e di ogni pudore; dicevano non solo tutto questo, ma dicevano il profondo cinismo del vizio, il cinismo fatale, assoluto, che viene dall’aver troppo digiunato, dall’aver troppo avuto freddo, dall’aver troppo patito, dall’aver troppo disperato della vita, degli uomini e di Dio.

Le donne portavano delle gonne stinte,