l’altra parte, in piazzetta Latilla, l’altro
che rasenta il piccolo e popolare teatro Rossini, molta gente andava in
su, verso il palazzo di Tarsia. Qualche gruppetto già si vedeva dove
sbocca la grande rampa di via Pontecorvo, gruppetto di gente fermata che
aspettava, in silenzio: altrove, sotto il portone del palazzo dirimpetto
a quello di Tarsia, altri piccoli gruppi erano fermi. È il palazzo di
Tarsia, palazzo municipale, dalla architettura che vorrebbe imitare,
malamente, il disegno di una delle deliziose case pompeiane, tutta la
facciata di questo palazzo, a un piano, era adorna di trofei di
bandiere: piccole bandiere abbastanza grame, in verità! Anche il
peristilio che arieggia, come ho detto, quello della villa di Diomede a
Pompei, aveva, lungo i muri bianchi, alcune piante verdi, messe colà in
maniera di addobbo. Innanzi al peri-