i magazzini che ancora non si decidevano a chiudere le loro imposte,
vedendo la folla che si fermava innanzi alle vetrine scintillanti. Donne
giovani e giovanette andavano lente, lungo i marciapiedi, guardando
innanzi coi loro begli occhi dolci e fieri, napoletani, ove si
alternano, seducentemente, il languore e la vivacità; uomini e
giovanotti venivano loro incontro, o le fiancheggiavano o le seguivano,
in cerca di un’occhiata, di un sorriso, di un cenno tenero. Il movimento
delle carrozze padronali e da nolo era continuo, crescente; fra due
giorni vi erano le corse dei cavalli, il grande spettacolo a cui
partecipano, animatamente, nobili e popolani, in Napoli. Tutto, intorno,
aveva un’aria di gioia, che veniva dalla luce bionda del sole, dalla
carezza dell’aria, dalla giornata di festa, da quel sentimento di
liberazione e di giocondità