lena Sgueglia si svegliò dal suo
sonno di persona infermiccia e tossicchiò un poco, sordamente: poi
ricadde nel suo torpore. Così, sulle teste, sui corpi di quegli uomini
sconosciuti che dormivano nelle stanze seguenti, sui corpi e sulle anime
di quegli uomini certamente miseri, forse viziosi, forse criminali, si
distendeva, nell’ambiente di una povertà estrema, di ospitalità
duramente venale, di comunanza umiliante e repugnante, di contatti
pericolosi sotto ogni rapporto, si distendeva il beneficio del sonno. E
nella camera ove le tre donne e le due bimbe giacevano, sulle tre donne
e sulle due creaturine venute da opposte vie, da miserie differenti e
pure eguali, venute da una giornata di fatica, di delusioni e di
stanchezze mortali, venute da tutte le torture umane, ignote torture, in
quella camera che esse usavano insieme, non co-