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un poco, sempre sollevata sul suo gramo guanciale, con le coperte ammucchiate sul petto e avendo gittato sui piedi tutte le sue vesti, per avere più caldo; ma si udiva, sempre, dal suo letto, un fiato breve e fischiante. Dal letto della donna ignota non giungeva nè un forte russare, nè un grosso respiro; se ella si era addormentata, doveva avere il respiro corto e mozzo dei vecchi e dei bambini.

Il silenzio in quella terza stanza della locanda Villa di Parigi durò oltre due ore, senza che nulla venisse a turbarlo. Ogni tanto, dalle due stanze attigue veniva qualche rumore, scricchiolìo di letti su cui pesanti corpi addormentati si voltavano e si rivoltavano; qualche parola forte, detta nel sonno: una grossa scarpa cadde, da una sedia, a terra e qualche bestemmia giunse, farfugliata da coloro che erano mezzo svegli; ma la porta