Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 290 — |
fra il sonno, stringendosene una al petto, cercando l’altra, con la mano, per farla quietare.
La giovane, più lentamente, più straccamente, seguitava a tossire, con la voce roca e bassa, con uno stridìo del fiato fra i denti: e qualche lamento, ancora, le usciva dal petto, insieme con la invocazione alla Vergine. Poi, quando l’accesso fu calmato, ella dette proprio in un grido di dolore.
— Che avete? Che vi sentite? — chiese, dal suo letto, ove si era messa sotto le pesanti coltri, la donna giunta l’ultima.
— Ah, io sono malata! sono malata! — gemette la giovane, battendo la testa sull’origliere, convulsamente.
— E statevi tranquilla, allora: se no, è peggio, — soggiunse la donna, vedendo che quella continuava ad agitarsi nel suo letto.