Pagina:Serao - Suor Giovanna della Croce.djvu/312


— 288 —

donna veniva fuori: era la povera madre che non poteva distendere le sue membra, abbattute dal diurno lavoro servile; e un balbettìo lamentoso infantile: era una delle due figliuolette che chiedeva qualche cosa, nel sonno, nel dormiveglia, che si lagnava, sovra tutto, di non potersi muovere. Nel secondo letto occupato, un’altra forma umana femminile si distendeva, ma non giaceva come le altre. Al chiarore incerto si vedeva che l’abitatrice di quel letto aveva sollevato contro il muro il suo origliere e vi aveva appoggiate le spalle e la testa. Guardando bene, fra la penombra, abituandosi a quella poca luce, si scorgeva che la giovane di cui aveva parlato donna Carminella, stava su e non dormiva, con un paio di occhi spalancati.

Rincantucciandosi dietro il terzo letto, che era vuoto, la donna cominciò a spogliarsi, senza fare alcun rumore. Fra i