l’inverno piovoso ne impediva i costanti lavori
e mentre tutti gli abitanti di Via Porto si venian ritirando nelle vie
adiacenti, nei vicoli, nei vicoletti, nei fondachi non ancora tocchi,
la grande arteria, abbandonata quasi completamente, era un ingombro di
pietre, di calce, di rottami, di travi, disselciata, coi suoi fanali
strappati e lasciati a giacere, lungo distesi sugli ammassi di terra,
coi suoi vecchi marciapiedi diventati dei pantani di melma,
d’immondizie, sotto la pioggia. La donna che doveva percorrerla, curva,
guardava per terra, innanzi a sè, temendo qualche mal passo, che la
facesse urtare contro qualche cumulo di pietre e cadere in qualche fosso
pieno di mota: poi, con un piccolo sospiro, sollevando la gonna, si
avviò con cautela. Camminava pianissimo e molto curva; ciò non le evitò
di sdrucciolare malamente, due o tre volte;