Pagina:Serao - Suor Giovanna della Croce.djvu/272


— 248 —

monelli che ora la canzonavano, chiamandola zi monaca, zi monaca, che ora le chiedevano seriamente i numeri del lotto; crollando il capo a qualche esclamazione pia di femminuccia che si raccomandava alle sue preghiere; ma, in quella soffocante giornata di piena estate, suor Giovanna della Croce sembrava anche più distratta, anche più raccolta in sè: e andava curva, più dell’usato: e con gesto abituale la mano destra stringeva i grani del lungo rosario che le pendeva dalla cintura, li stringeva, con una mano quasi contratta da un’emozione interiore. Così pensosa, così assorta, suor Giovanna della Croce non si accorse di tre o quattro gruppi di persone che stazionavano innanzi al palazzotto, numero quarantadue, del Vico Rosario Portamedina: non si avvide di gente fermata, che parlottava vivamente nell’andito del palazzotto e nè