monelli che ora la canzonavano,
chiamandola zi monaca, zi monaca, che ora le chiedevano seriamente i
numeri del lotto; crollando il capo a qualche esclamazione pia di
femminuccia che si raccomandava alle sue preghiere; ma, in quella
soffocante giornata di piena estate, suor Giovanna della Croce sembrava
anche più distratta, anche più raccolta in sè: e andava curva, più
dell’usato: e con gesto abituale la mano destra stringeva i grani del
lungo rosario che le pendeva dalla cintura, li stringeva, con una mano
quasi contratta da un’emozione interiore. Così pensosa, così assorta,
suor Giovanna della Croce non si accorse di tre o quattro gruppi di
persone che stazionavano innanzi al palazzotto, numero quarantadue, del
Vico Rosario Portamedina: non si avvide di gente fermata, che parlottava
vivamente nell’andito del palazzotto e nè