non mai uno sguardo dolce partiva
dai suoi occhi: tutto ciò avrebbe pesato sull’anima e sul corpo di
qualunque altra serva, ma non sul corpo e sull’anima della vecchia
Sepolta Viva. Ah non così, non così, certo, ella aveva sognato di
trascorrere la sua vecchiaia, in servitù materiale e bassa, comandata
con asprezza, mal compensata, maltrattata spesso, tenuta a distanza! Ma
il tempo del rimpianto era trascorso: quello della lunga rassegnazione
servile era cominciato, dal giorno in cui, per la seconda volta, suor
Giovanna della Croce era stata cacciata da una casa, dalla casa di sua
sorella, dove, finite le sue misere mille lire, finite le speranze di
riavere la dote, Grazia Bevilacqua l’aveva messa alla porta. Certo, suor
Giovanna della Croce era rotolata anche più giù, caduta al grado di una
serva volgare, rientrando in casa sua di