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continua con cui il suo padrone la trattava, malgrado che ella non avesse neppure un boccone di pane, oltre quelle quindici lire mensili, malgrado che nè i suoi occhi, più, nè le sue mani, nè le sue gambe l’aiutassero a servire bene, la monaca si contentava di quel suo stato e, quasi quasi, se ne compiaceva.
Preferiva quello che faceva, a vendere, sì e no, dei merletti a delle ragazze bizzarre, viventi nel peccato, come Concetta Guadagno, tanto più che poco le riesciva, oramai, ad avere sveltezza nel maneggio dei fuselli; preferiva quello ad assistere delle puerpere come Maria Laterza, in quell’ambiente di sgravi, di bimbi che succhiano, dove tutto odorava di mondo, di matrimonio, di procreazione, di maternità, confondendo il suo pudore di vecchia monaca che nulla sa di queste cose. Meglio servire! Quei dieci soldi