Pagina:Serao - Suor Giovanna della Croce.djvu/259


— 235 —


— Mi debbono uccidere, per entrare, — diceva con un fievole sorriso, suor Giovanna della Croce.

Ella stessa aveva finito per credere, la monaca, che il giudice temesse i ladri, fortemente: troppe erano le sue raccomandazioni e troppa era la sua inquietudine. Ogni volta che egli rientrava dal Tribunale, verso le cinque, la sua mano, toccando il campanello, rivelava la sua agitazione: ora, suonava fortemente, due o tre volte: ora, suonava a distesa: ora, suonava leggermente, debolmente e, sempre che schiudeva la porta, suor Giovanna della Croce, si vedeva innanzi un viso sconvolto e udiva una interrogazione precipitosa.

— Vi è qualcuno, è vero, vi è qualcuno?

— No, Eccellenza: non vi è nessuno.

— Proprio, non è venuto alcuno?