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— Mi debbono uccidere, per entrare, — diceva con un fievole sorriso, suor Giovanna della Croce.
Ella stessa aveva finito per credere, la monaca, che il giudice temesse i ladri, fortemente: troppe erano le sue raccomandazioni e troppa era la sua inquietudine. Ogni volta che egli rientrava dal Tribunale, verso le cinque, la sua mano, toccando il campanello, rivelava la sua agitazione: ora, suonava fortemente, due o tre volte: ora, suonava a distesa: ora, suonava leggermente, debolmente e, sempre che schiudeva la porta, suor Giovanna della Croce, si vedeva innanzi un viso sconvolto e udiva una interrogazione precipitosa.
— Vi è qualcuno, è vero, vi è qualcuno?
— No, Eccellenza: non vi è nessuno.
— Proprio, non è venuto alcuno?