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rozza, non metteva mai piede in un teatro. Persino con la vecchia monaca, che doveva pulirgli la stanza e gli abiti, stirare la biancheria e rammendarla, fare tutto il servizio, infine, e custodire la casa nella sua assenza, persino con suor Giovanna della Croce egli aveva lesinato sul compenso. Voleva dare dodici lire, non più: a stento giunse fino a quindici lire, ma rimase inquieto ed irritato di questa concessione. Nel quartiere, si diceva che il giudice Camillo Notargiacomo aveva molti, ma molti denari da parte, lo si dichiarava il più duro fra i taccagni. Qualche parente di delinquente, anzi, aveva fatto circolare la voce che egli prestasse il denaro a usura. E nei dialoghi del vicinato, passava, ogni tanto, una di queste frasi:

— Un giorno o l’altro i ladri scassinano la porta del giudice, legano la monaca e portano via tutti i denari.