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— Vostra Eccellenza ha il diritto di respingere questa lettera; mi fa una piccola dichiarazione....

— No.... no.... non posso, — aveva mormorato fiocamente il magistrato.

Il più bizzarro era che il giudice Notargiacomo aveva portato seco, nel suo quartino solingo, un mobilio di uomo ammogliato. Il suo letto di legno scolpito, lavoro pretenzioso, era coniugale: così la stanza da letto aveva due tavolini da notte, un grande armadio a tre specchi, due alti sécrétaires. Il suo salotto non era da celibe, ma da uomo che ha avuto, un tempo, in casa, una donna, moglie, amante, innamorata, serva-padrona, una donna, infine, a lui legata: salotto pieno di mobiletti capricciosi, pieno di ninnoli in chincaglieria, che contrastavano con l’aspetto triste del silenzioso magistrato. Alto, scarno, con una testa a pera, calvo, con una corona