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la sua strada, sino al portone dove il portinaio li fermava, che costoro restavano, per lo più, interdetti e confusi, alcuni lamentandosi, altri bestemmiando. Il giudice riceveva pochissime lettere e un paio di giornali giudiziarii: le lettere lo turbavano sempre un poco, egli ne guardava la soprascritta, sempre, con occhi smarriti. Ogni tanto il postino, sospirando e sbuffando, saliva al quarto piano, nelle ore prime della mattina; aveva una lettera, con ricevuta di ritorno, da consegnare al giudice Notargiacomo. Costui, ogni volta che questa lettera arrivava, si agitava tanto, che non ritrovava più nè la penna, nè il calamaio che aveva davanti: balbettava qualche parola, guardando con gli occhi stralunati l’indirizzo della lettera di calligrafia sempre identica e a lui nota, certo; tanto che, un giorno, il postino gli disse: