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chiostro. Potette, solo, ahimè, rifarsi la fascia pel capo e pel collo: candide, candidissime, esse facevano vieppiù risaltare la consunzione dei vecchi abiti monacali. E di nuovo ammiserita, ridotta a misurare i bocconi, con le sue trentanove lire, suor Giovanna della Croce piegò le antiche spalle e salì al servizio del giudice Notargiacomo, al quarto piano. Costui, anzi, non l’aveva presa, suor Giovanna della Croce, che dopo molte difficoltà; tre volte, la monaca era discesa dal quarto piano, lentamente, tristemente, scoraggiata dalla burbanza, dalla diffidenza, dal tono sospettoso con cui il giudice l’aveva interrogata, e anche redarguita nelle sue parole.

Questo magistrato faceva una vita molto singolare. Abitava in quel palazzotto da otto mesi, cioè dal quattro maggio dell’anno prima: viveva in quel quartino,