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— Non dubitate.

— Il bambino riposa quietamente. Dio lo benedica: e mi conservi sua madre!

— Così sia, — rispose piamente la suora.

Gaetano Laterza si allontanò. Era quasi mezzanotte. Sempre con quel respiro piccolo, breve, ma eguale, la inferma, supina, con un viso assottigliato e ancor bello, dormiva. Lentamente, suor Giovanna della Croce, dopo aver riordinato, in silenzio, a passi cautissimi, la camera, era tornata al suo seggiolone; lentamente le sue labbra e la sua mente avevano finito di ripetere le sue giaculatorie; la stanchezza grande la vinse, l’addormentò come un piombo, con un respiro un po’ pesante, un po’ ansante, di vecchia.

Uno stridìo della lampada da notte, lo stridìo particolare che, nel convento di