ganno della bellezza e
della gioventù, la caducità dell’amore, la fallacia della passione mi
sono apparse, in tutta la loro evidenza: e si sono distaccate, queste
illusioni, dall’albero della mia vita d’arte, come le foglie d’autunno,
roteando, lontane, per morire. Ma nuovi germogli nascono sul tronco che
ha conosciuto le ridenti primavere e le ebbrezze dell’estate: ma chi ha
finito di credere, in qualche cosa, crederà ancora, in qualche cosa di
altro! Vi sono anime malinconiche, possenti, eroiche, tristi, fatali,
che niuno vede: vi sono cuori straziati ed esaltati dalla vita, di cui
niuno si accorge: vi sono ombre, nella via, che sono uomini e sono
donne: vi sono fatti umani, sconosciuti, il cui carattere ha profondità
non misurabili: vi sono storie, nel mondo, che farebbero fremere di
stupore, e di dolore, se tutte si potessero narrare. E non è l’amore,
nel suo stretto senso, che mena queste anime, questi cuori, queste
donne, questi uomini; non è la passione,