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che ne elevava le anime semplici e un po’ grossolane.
Sospirando, suor Giovanna della Croce prese la scatola di cartone, dove chiudeva i suoi merletti da vendere: si mise sulle spalle il mantello, si assoggettò il grande rosario alla cintura e, fattosi il segno della croce, uscì dalla casa e salì la scala del secondo piano, lentamente. Sulla porta chiusa, vi era una lucida placchetta di ottone, su cui era inciso: Concetta Guadagno. Una cameriera, vestita di nero, col grembiule bianco, venne ad aprire, ma con atto diffidente tenne la porta socchiusa.
— Volete dire alla padrona che vi è la monaca del primo piano? — balbettò la vecchia suora.
— Aspettate, — disse la cameriera, lasciandola fuori la porta.
Ma ritornò subito.