guardando curiosamente il giovanotto, suor Giovanna della Croce ebbe un brivido dentro le sue lane nere, che male la proteggevano contro il rigore della tramontana. Non passava alcuno, neppure più giù, verso il Vico Lungo Gelso, neppure verso la più larga Via Speranzella, sempre animata: anche il Vico Lungo Teatro Nuovo era deserto. L’ora e il freddo glaciale prolungavano il sonno, anche dei più mattinieri. Così, in quell’angolo, non vi erano che quel giovane appoggiato al muro, con la espressione di una paziente e sicura attesa sulla faccia, e la monaca, su, dietro i suoi cristalli, con una misteriosa curiosità nell’anima. Ella lo vedeva benissimo; egli non poteva vederla. Del resto, il giovanotto, ogni tanto, sogguardava verso la casa oscura e silenziosa che si ergeva, a un piano soltanto, dirimpetto al balcone di suor Giovanna