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Un uomo scendeva dal secondo piano, con passo rapido e deciso, col bavero del cappotto alzato, col cappello abbassato sugli occhi; e, intanto, pur si vedeva il volto di un uomo quarantenne, con una barbetta nera, l’aria tetra e truce, sparsa sovra un viso chiuso e freddo. Lentamente, trascinando i passi, come se andasse a morire, una donna lo seguiva, appoggiandosi al muro: era la donna che, due o tre volte, suor Giovanna della Croce aveva incontrato per le scale, salendole cautamente, con la veletta fitta che le nascondeva il viso, con la pelliccia stretta sulla persona. Adesso, ella aveva la pelliccia semplicemente gittata sulle spalle e le vesti un po’ discinte, sempre male abbottonate: portava la sua veletta in mano e mostrava un viso gracile, gentile, pallido, con un paio di occhi dolci, stralunati, una bocca fine e rosea come