la fede li ha riuniti e li ha imposti, come un freno naturale a ogni orgasmo fisico, come esercizio, se non di elevamento, di pacificazione. Quando tutto ebbe finito, suor Giovanna della Croce andò in cucina, attraversando la casa in punta di piedi, per non risvegliare la sua avida e crudele sorella, i suoi sfrontati e duri nipoti. Con quell’abitudine sempre crescente della domesticità, della servilità, ella accese il fuoco nella cucina ancora immersa nella penombra, e mise a riscaldare un poco di caffè del giorno prima, in una cuccumetta di stagno. Era un peccato di gola, quel caffè: un bisogno di alimento nervoso, che gli anni e gli acciacchi avevano reso prepotente in lei.
Anzi, per questo caffè alla mattina, il suo confessore le aveva fatto ottenere una dispensa ecclesiastica per ragioni di salute. Mentre il caffè si riscaldava, suor Gio-