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Albeggiava. Il cielo d’inverno, purissimo, passava dall’azzurro nero, profondo e nitido della notte piena di scintillanti e trepide stelle, all’azzurro quasi bianco, uguale, quasi latteo dell’aurora d’inverno. Il silenzio grande della città, dormiente, ogni tanto era attraversato da un grido mattinale, ora lontano, ora vicino. La luce si diffondeva, limpida e cruda, dai cristalli chiusi dei due balconi, nella camera di suor Giovanna della Croce: ella non serrava mai le imposte per lunga abitudine conventuale, tutte le monache dovendo levarsi all’alba, per le preghiere del rito. L’ombra favorisce troppo il sonno, l’infingardaggine, i sogni e tutte le altre