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Era spaventosa, di collera, di ansietà, di smarrimento, Grazia Bevilacqua.

— Me lo hanno scritto.

— Chi te lo ha scritto? Da dove?

— Ecco la lettera, — disse la monaca, dandola a sua sorella.

Dopo la lettura, affannosa, febbrile, della lettera, vi fu un lungo silenzio fra le due sorelle. Suor Giovanna della Croce non appariva turbata: l’altra era accasciata.

— Tutto è finito, dunque? — domandò Grazia.

— Tutto è finito.

— Che ti daranno al mese? Quarantuna lire?

— Sì, quarantuna lire, — rispose senz’altro suor Giovanna della Croce.

Di nuovo, silenzio.

— Con quarantuna lire, — riprese, assalita da un nuovo accesso di rabbia,