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— Nessuno è solo, in compagnia di Gesù e di Maria, — rispose la monaca, a voce bassa.

Tacquero. Si vedeva bene che Grazia Bevilacqua voleva dire qualche cosa d’importante alla sorella. La guardava: le bianche e flosce palpebre batterono sugli occhi azzurro-grigi che erano stati così belli e così perfidi.

— Luisa? — chiamò Grazia.

— Non mi chiamare così. Chiamami Giovanna, — soggiunse la monaca, scuotendosi.

— Come vuoi tu: Giovanna, Luisa, per me è tutt’uno. Purchè ti ricordi che mi sei sorella, mi basta!

La monaca, tratta dallo stato di stupore, in cui si trovava, levò gli occhi in viso alla sorella, improvvisamente attenta.

— Io sono in un mare di tristezze, Giovanna. Con quel poco che mi è re-