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stante espressione di malcontento torceva quella bocca, che era stata molto bella. Come sua figlia Clementina, Grazia indossava una vestaglia sgargiante, carica di nastrini, di ciuffetti, di cascate di merletto e portava dei braccialetti ai polsi: ma il corpo si deformava nella grassezza, rompeva la fascetta. Si sedette di fronte alla sorella monaca.
— Che fai? — le domandò, senza interesse e senza curiosità, tanto per entrare in discorso.
— Niente, — disse suor Giovanna, con voce fioca.
— Non ti senti bene? Vuoi qualche cosa? — replicò l’altra, con gelida premura.
— Grazie, non voglio nulla. Sto bene.
— Sei qui, sola sola, da molto tempo? Ho avuto tanto da fare io! Ho tanti guai, tanti guai!