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trando, avvicinandosi al balcone tanto agognato.

Suor Giovanna non rispose. Guardò la nipote, il balcone e una espressione di tristezza e di confusione le si dipinse in viso: più lente, più fioche, si sgranarono le Ave Marie e i Pater sotto le sue dita, avvezze al trascorrere dei grani del rosario. Adesso, la nipote si era installata dietro i cristalli e fissava il balcone dirimpetto, nel vivace e rumoroso Vico Lungo Teatro Nuovo; dietro i cristalli, il giovanotto con cui ella amoreggiava, era fermo aspettandola al convegno. Si guardavano, si sorridevano: poi, una telegrafia vivace, di segni, di lettere alfabetiche, riprodotte con le dita, cominciò, mentre suor Giovanna della Croce, sospirando, aveva voltato la persona in là, per non vedere. Ma questo non bastava, a Clementina. Ella disse a sua zia: