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po’ pallide: era una bionda molto scialba, dai capelli di un biondo cenere arruffati sulla fronte e alle tempie, dagli occhi di un azzurro biancastro, dal naso all’insù, con un’aria di freddezza, d’indolenza, di seccaggine, in tutta la persona alta e sottile. Vestiva bizzarramente, del resto, anche in casa, di chiaro, con un nastrino celeste al collo nudo, che si vedeva dall’apertura del vestito, malgrado si fosse in febbraio, con le maniche che appena oltrepassavano il gomito, coi capelli fermati da forcinelle di pastiglia, da pettinessine con brillantini falsi, con due grosse perle false alle orecchie. Ella fremeva per entrare in quella stanza di suora Giovanna e per potersi avvicinare al balcone del Vico Lungo Teatro Nuovo. Quel rosario non finiva, dunque, mai? Non potendo più stare ferma:
— Permettete! — disse alla zia, en-