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Due o tre volte, Clementina Fanelli aveva fatto capolino dalla porta di sua zia monaca e aveva sogguardato, con curiosità ed impazienza, che cosa facesse suor Giovanna della Croce: prima l’aveva trovata assorta nella lettura di un libro di orazioni e la suora non si era neppure accorta della presenza della nipote: la seconda volta, la monaca era inginocchiata innanzi al crocifisso, a testa bassa, mormorando delle lunghe giaculatorie; la terza, diceva il rosario di quindici poste, quietamente, seduta presso il gramo letto. Clementina Fanelli aveva battuto il piede pel dispetto e si era morsicate le belle labbra, sempre un