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tato a non dar più il mio denaro, nè a mia sorella, nè a mio nipote.

— Ha ragione. Quando non ne avrete più, come farete?

— Io non lo so, — disse suor Giovanna, stringendo le mani nelle ampie maniche, rabbrividendo tutta. — Non so niente.

— Io ne ho per due anni; ma voi no, sorella mia.

— Forse per due mesi, non più, e io tremo di spavento, pensandoci. Non credete che ci ridaranno la dote? No? Non lo credete? Qui, lo credono. Sovra tutto, lo sperano. Io.... io non dovrei dirlo, ma è proprio così: ritengo che mia sorella ci abbia calcolato sopra, in questo decadimento completo della sua fortuna. Quando venne.... non dovrei dirlo, è troppo triste.... non mi parlò di danaro, non fece che condurmi qui, ma io restai sospettosa, diffidente: non mi aveva mai