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ranta lire al mese. Un po’ di caffè, la mattina; il pranzo alle due; e un po’ di cena, alla sera.
— E come mangiate?
— Mi piaceva meglio la cucina del convento, — disse suor Francesca, con un tono più alto di tristezza.
— Quaranta lire al mese? Le pagate da otto mesi, n’è vero? Dovete così avere già speso trecentoventi lire.
— Ne ho speso trecentocinquanta, — riprese, tristissimamente, suor Francesca. — L’olio nella lampada.... qualche piccola elemosina.... un paio di scarpe che mi son dovuta comprare.... certi fazzoletti.... io non ho più che seicentocinquanta lire. Ho fatto varie volte il conto, Giovanna. Sono solo due anni che io posso aver da vivere, con quel denaro.
— Sì, due anni soltanto, suor Francesca, — riprese l’altra, con tono dolente.