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tica pelle di quegli antichi visi di donna. Una di esse, l’ospite, era suor Giovanna della Croce, cioè donna Luisa Bevilacqua: la visitatrice era suor Francesca delle Sette Parole, che aveva, nel mondo, il nome di Marianna Caruso. Nei dieci mesi dopo la cacciata dal monastero delle Trentatre, suor Francesca che non avrebbe avuto pace, se non le fosse stato dato di ritrovare una sua sorella sepolta viva, per mezzo di preti, di confessori, era riuscita a saper l’indirizzo di suor Giovanna della Croce e, malgrado i suoi settant’anni e i suoi acciacchi, venendo dall’estremo quartiere di san Giovanni a Carbonara, in dieci mesi tre volte aveva picchiato alla porta di suor Giovanna, per farle una lunga visita. Le due monache restavano sole, in queste visite, e un po’ taciturne in sulle prime, guardandosi nel volto come per riconoscersi