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tato di fissare la figura nelle pagine, che il mio riconoscente cuore a Voi dedica, non ha per sè che il suo patimento. Non è bella, non è giovane, non è ricca, non è elegante, suor Giovanna della Croce: l’amore dell’uomo, con la sua luce di poesia, è appena appena trascorso, come ombra fuggente, nel suo lontano passato; il dramma della passione, clamoroso o sordo, non ha sconquassato e non ha consumato i suoi migliori anni di esistenza; quanto è possente attrazione, nella compagine fisica di una donna o nella sua coscienza morale, le manca. È una vecchia monaca, suor Giovanna della Croce, sempre più vecchia e più caduca, dal principio alla fine della sua istoria: il suo corpo, già curvo, s’inchina ogni giorno di più, verso la fossa e non vi cade ancora; i suoi neri abiti claustrali, si lacerano e si struggono, senza che ella possa mutarli, rinnovarli; la sua misera anima semplice, si fa sempre più tristemente puerile, come ella è travolta dal destino, lentamente,